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King of Italy 2017 – Castelletto di Branduzzo – Round 2 – 5 cose che ho imparato commentando la gara

La possibilità di commentare ed intervistare i protagonisti del King of Europe e del King of Italy mi ha offerto alcuni spunti di riflessione. Grazie ad Elia Favretto che ha fornito le immagini di questo articolo.

Il fattore campo conta, ma molto poco

Uno dei temi che più mi interessava prima della gara era capire se la conoscenza maniacale del tracciato della nutrita pattuglia italiana avrebbe giocato un ruolo importante nello svolgimento della competizione. Il vantaggio, se c’era, è evaporato prima dell’inizio delle qualifiche sotto il sole torrido di inizio estate. Gli ottimi piazzamenti dei piloti italiani nelle qualifiche dei due King of Europe , Pro e Pro2, sono dovuti solamente alla loro bravura, perché gli avversari stranieri hanno dimostrato di aver imparato tutto il necessario molto in fretta.

I cavalli non aiutano a tenere la traiettoria

Per le qualifiche e la gara Vernon e Stephen, polo grigia e cappellino rosso sulla sinistra della foto, hanno preteso delle linee molto esterne per tutto il tracciato ed il mantenimento della traiettoria ideale è stato il metodo principe di giudizio sia in qualifica che durante la gara. La decisione è stata presa per consentire al pilota che segue di avere maggior spazio per mantenere la vicinanza con il lead. Anche dal punto di osservazione non proprio ideale della torretta di direzione gara che è stata la mia postazione di commento era chiaro che praticamente tutti i piloti faticassero tantissimo ad assecondare questa richiesta e soprattutto che spesso erano piloti con le auto meno potenti ad avvicinarsi maggiormente, come hanno sottolineato i due giudici durante i briefing che hanno preceduto qualifiche e gara.

Fratelli coltelli, ma professionisti

Collaborando con Gas Television ho avuto la possibilità di intervistare alcuni piloti tra questi i personaggio più attesi della giornata, i Drift Brothers. Salta immediatamente all’occhio che dal punto di vista della comunicazione sono un gradino al sopra di noi italiani. Mi ha colpito in particolare una dichiarazione del fratello più giovane Elias, che alla domanda “Chi è il più bravo tra voi due?” tra le altre cose mi ha risposto che correre contro il fratello maggiore Johannes è bello perché sei certo che di non essere vittima di furbate. Peccato che poi proprio in gara sia stato tratto in inganno dal fratello che ha rallentato più del solito all’attacco della prima curva. Johannes ci ha raccontato che lo ha fatto perché ha visto della ghiaia in traiettoria, ghiaia che il fratello minore non poteva vedere portandolo al contatto ed al testacoda. Dalla mia posizione non posso confermare né smentire, a voi il giudizio.

Anche i ricchi si scottano al sole

Tutti dal primo all’ultimo hanno dovuto fare i conti con il caldo pazzesco che ha assediato il campo di gara. Molti non ce l’hanno fatta, altri hanno dovuto ottimizzare i giri percorsi per preservare il mezzo, come il francese Boulbes, già vincitore l’hanno passato, che ha dovuto rinunciare a correre il King of Italy proprio a causa del gran caldo nonostante il primo posto ottenuto in qualifica.

L’impegno e la passione pagano

Vale per i protagonisti di questo podio, Manuel Vacca, Saverio Rachiele e Massimo Checchin che ottengono dei risultati di rilievo che hanno un significato particolare per ciascuno di loro, ma anche per i team che li seguono.

Vale anche per il sottoscritto che grazie alla fiducia di Emanuele Festival ha avuto l’onore di tenere compagnia al pubblico che ha riempito le tribune del motodromo di Castelletto di Branduzzo. Mi sono ascoltato nella registrazione degli amici di Gas Television, ho capito tante cose che devo migliorare se avrò la fortuna di continuare in questa “carriera” di commentatore, ma il solo fatto di esserci stato è un riconoscimento molto importante sia per me sia per voi che mi leggete.

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