Sicurezza stradale riflessioni e consigli
Visto che sono arrivato all’articolo numero 400 della Gazzetta del Traverso, vorrei provare a fare il serio. La mia speranza è di dare un contributo, grande o piccolo non importa molto, alla sicurezza sulla strada.
Prendo spunto da una notizia tragica apparsa ieri sera sul sito del quotidiano “L’eco di Biella” che racconta di un incidente, l’ennesimo, in cui ha perso la vita un uomo di 38 anni dopo aver perso il controllo della propria auto. I miei pensieri vanno a lui ad suoi cari che non lo avranno più accanto. La notizia mi serve come spunto di riflessione non voglio fare il processo alla vittima dell’incidente, soprattutto considerando che non conosciamo le precise circostanze dell’incidente.
In questi casi i giornalisti riferiscono che la velocità era eccessiva e si parte con i consigli degli esperti che ricordano le sanzioni e che bisogna moderare la velocità.Tutto vero, ma la velocità era eccessiva in base a cosa? E’ ovvio che lo fosse in relazione alle condizioni della strada, alla caratteristiche dell’auto, al livello di attenzione del conducente ecc ecc.
A questo punto io mi pongo sempre una domanda, come avrebbe dovuto sapere tutte questo il povero conducente. Non è credibile che tutti quelli che hanno incidenti siano tutti dei pazzi incoscienti con tendenze suicide. Le scuole guida non formano in modo sufficiente i propri allievi e gli esaminatori non valutano le capacità necessarie a condurre nella miglior sicurezza possibile il proprio mezzo. Questo oppure tutti gli incidenti sono frutto di fatalità inevitabili ed imprevedibili per cui inutile discuterne troppo.
Pensateci un attimo e chiedetevi quante persone conoscete che non sono state in grado di passare l’esame di guida. Pochissime o nessuno. Adesso tornate alla notte prima dell’esame e riflettete su quale fosse la fase che più vi preoccupava. Scommetterei che fosse il parcheggio, manovra per la quale non si conoscono statistiche di morti o feriti al di fuori di qualche cerchio rigato.
Arriviamo quindi al mio punto di vista. Nel corso degli anni non si è voluto investire nella formazione dei futuri conducenti e nell’effettiva verifica delle loro capacità di guida al di fuori dei parcheggi. La scelta invece è quella di caricare le auto di sistemi utilissimi ed irrinunciabile, ma che di fatto de-responsibilizzano il guidatore assumendo il controllo di molti aspetti dinamici del veicolo. Secondo me questa scelta è strettamente legata al mercato dell’auto, più patenti e quindi più auto da vendere. Più accessori e quindi auto più care e con un maggior incentivo a passare al nuovo modello appena presentato. Questa tendenza non è solo italiano, almeno basandomi su quanto leggo in rete dai miei contatti nel resto mondo.
Quello che secondo me si potrebbe e si dovrebbe fare in parlamento è migliorare i corsi delle scuole guida. I patentandi dovrebbero sperimentare in condizioni di sicurezza le condizioni di perdita di controllo del proprio veicolo. Gli esami andrebbero inaspriti di conseguenza.
Quello che possiamo fare noi al di fuori degli obblighi di legge è di cambiare mentalità. Dobbiamo imparare a conoscere il perché del comportamento stradale della nostra auto e convincerci che serve saperlo sempre e non solo ai “pazzi che vanno in pista”. Esistono diverse strutture in Italia che offrono una formazione adeguata di questo tipo. Sicuramente non sono economiche, ma si tratta di soldi investiti nella nostra sicurezza ed in quella dei nostri figli tanto quanto il prezzo dell’ESP e degli altri sistemi di sicurezza attiva tanto cari alle case automobilistiche.
Non sto parlando di corsi di drift, quelli sono sicuramente utili e molto divertenti, ma per loro natura si concentrano sulla guida di auto a trazione posteriore che sappiamo bene essere la minoranza del parco auto attuale.
Drift Long & Faster