Initial D – Una recensione
Alzi la mano chi tra i nostri lettori non ha sentito parlare almeno una volta di Initial D. C’è qualcuno? Beh non c’è da vergognarsi ecco una recensione.
Dopo aver letto che Initial D, il manga, è stato pubblicato in digitale da ComiXology (il kindle dei fumetti di Amazon) mi sono lanciato in una full immersion del fumetto di Shuichi Shigeno. Qui sotto trovate il link Amazon che vi consentiranno di acquistare primi albi in inglese dove attualmente costano un po’ meno rispetto a ComiXology.
La prima edizione risale al 1997, proprio negli anni in cui il fenomeno delle gare sulle strade di montagna iniziava diffuso ed avrebbe portato nel giro di pochi anni alla creazione del Drift come motorsport.
Il manga ruota attorno alla vita del diciottene Takumi “Tak” Fujiwara inconsapevole depositario di un talento innato per le corse in discesa. Durante i cinque anni in cui ha percorso le strade della prefettura Gunma per consegnare il tofu prodotto dal padre Tak ha maturato un’abilità fuori dal comune al volante dell’iconica Toyota Trueno AE86 bianca e nera.
Shigeno alterna la narrazione tra momenti di corsa e momenti di vita quotidiano di ragazzi alla fine delle superiori, cercando di avvicinarsi allo stile caratteristico dei manga-ka narrando l’adolescenza dei protagonisti, anche se in Initial D i personaggi devono essere un po’ più grandi.
Si passa dalla cotta per la ragazza al volante della Sil-Eighty blu alla sfida per la conquista della più pericolosa strada della prefettura confinante. Anche se le corse sono il cuore attorno a cui ruota tutta la storia, trascorrete la maggior parte del tempo a divorare le pagine che portano Tak e compagni a preparare la prossima gara.
Le meccaniche narrative sono quelle comuni all’immaginario dei fumetti giapponesi : onore, conquista, lealtà. Initial D ha una differenza molto importante, e che mi piace molto, la sconfitta è un aspetto naturale delle corse. Manca il parallelo sconfitta-disonore che si percepisce quasi sempre, la cosa importante è correre al meglio delle proprie capacità e non rifiutare alcuna sfida. Attenzione nessuno ama perdere, ma essere battuto da un avversario capace è solo un aspetto della vita.
Le gare e le auto sono descritte con dovizia di particolari, non vedrete mai un’auto disegnata in fretta e con proporzione sbagliate. L’autore ha preferito disegnare un tratto più abbozzato le scene in cui i personaggi parlano tra di loro, per dedicare più tempo alla cura delle tavole in cui sono ritratte le auto.
Le auto descritte sono i modelli JDM più in voga all’epoca di uscita del fumetto e spaziano per tutti i tipi di architettura disponibili : Toyota AE86, Nissan S13, Nissan 180SX, Nissan Sileighty, Mazda RX-7 FC e FD, Nissan Silvia S14, Nissan GT-R R32, Honda Civic EK9.
Le tecniche di guida sono narrate con precisione, anche se a volte sono descritte un po’ come le tecniche segrete delle scuole di Okuto o di Nanto, insomma se cercato un trattato sulla guida sportiva meglio vi rivolgiate altrove.
Buona lettura.